La città sotterranea
Sotto la centrale Piazza Vittorio Veneto, cuore pulsante della città, sono visibili alcuni degli ambienti che formavano il vecchio Piano della città, detto fondaco di mezzo.
I locali ipogei si estendono per tutta la piazza sino al Convento dell'Annunziata alla cui base si colloca un torrione collegato alla cinta difensiva di epoca medievale che sarebbe dovuta partire dal Castello Tramontano; vi si trovano, inoltre, neviere, cisterne, abitazioni, botteghe e il Palombaro, nome con cui viene definita la più grande riserva idrica dell'antica città.
Matera la città dei Sassi
Patrimonio UNESCO
e Capitale Europea della Cultura 2019
Matera è una città tra le più antiche del mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni. Rappresenta una pagina straordinaria scritta dall'uomo attraverso i millenni di questa lunghissima storia.
Una città da vivere passeggiando
Camminare per i Sassi di Matera è un'esperienza che trasporta il visitatore ... Ci si muove in un dedalo dl vie e di viuzze, l'ambiente tipico della ...
La festa
La secolare festa della Madonna della Bruna, protettrice della città di Matera, ha inizio con la processione "dei pastori" con la quale i quartieri antichi si svegliano alle prime luci dell'alba per salutare il Quadro della Vergine, il cui passaggio è annunciato dai botti pirotecnici. Intanto i cavalieri, scorta del carro processionale, si radunano lungo le vie e nei "vicinati".
Come vuole la tradizione, la mattina del 2 luglio la statua di Maria SS. viene portata nella chiesa di Piccianello, per poi essere portata in processione sul carro trionfale tutto il pomeriggio lungo le strade principali gremite di gente, fino ad arrivare in serata nel piazzale del Duomo dove si compiono i "tre giri", simbolo di presa possesso della città da parte della SS. patrona. La statua, accompagnata dalla Curia Arcivescovile, verrà deposta in Cattedrale.
Il carro è circondato dai "cavalieri" con cavalli bardati di fiori di carta e velluti, l'auriga incita i muli verso la piazza a poche centinaia di metri, per restituire alla folla ivi radunatasi il simbolo della festa. Con lo stesso rito secolare quindi, l'anima popolare si esalta confondendo il sacro con il profano e, nello stupore generale, in un tripudio di massa, il carro frutto di un lavoro artigianale di mesi, viene assaltato e distrutto (verrà ideato e ricostruito l'anno dopo).
La festa si conclude in tarda serata nel frastuono di una gara di fuochi pirotecnici che creano uno scenario unico sugli antichi rioni dei Sassi, considerati dall'Unesco, patrimonio mondiale dell'umanità.
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Le tradizioni... il pane
Un ruolo fondamentale lo gioca la tradizione dei forni con il pane materano, fragrante e gustoso (nonché duraturo), perfetto per preparare le tipiche bruschette.
La storia del pane di Matera
Il pane era uno degli elementi centrali dell'alimentazione del territorio, sin dalle epoche più antiche. La sua produzione era un rituale importante, scandito da diverse fasi. La prima era il recupero del lievito madre, conservato dall'ultima panificazione, e la formazione dell'impasto, che lievitava in un recipiente di argilla. La mattina dopo si faceva l'impasto, che si lasciava lievitare. A quel punto si portava il prezioso pane alla cottura, direttamente dal fornaio (a volte era lui stesso a passare di casa in casa).
Le donne si recavano poi al forno, dove seguivano con attenzione la sorte del proprio pane: per riconoscerlo, all'interno dei forni pubblici, lo marchiavano con timbri di legno duro. Il taglio a croce sulla parte superiore della pagnotta, invece, era utilizzato per favorire la lievitazione.